Gli alberi che ci circondano ne subiscono di ogni colore: inquinamento, auto in sosta, patogeni e parassiti esotici, potature dissennate, scavi e chi più ne ha più ne metta. Sembra quasi che vengano considerati come un elemento di arredo, una panchina, un lampione e non un essere vivente che ha, come tutti, le sue esigenze per prosperare. eppure, nonostante tutto, ogni primavera essi ripartono la folle corsa verso il cielo, alle volte così folle da portarli alla autodistruzione, ci sembra, quando un ramo si spezza sotto il suo stesso peso. Proprio la loro ostinata forza nel rinascere gemma su gemma e foglia su foglia ci ha fatto credere che potessero sopportare ogni nostro scempio.
Non è così, ogni volta che scaviamo vicino alle radici strappandole senza ritegno, ogni volta che capitozziamo le chiome perchè "è troppo alto", provochiamo danni che l'albero incasserà come uno sparring partner rialzandosi fino allo sfinimento. Solo che i suoi tempi di reazione non sono umani, la ferita di quest'anno avrà conseguenze che l'albero manifesterà in anni, lasciando per esempio esente da colpe un giardiniere maldestro che ancora capitozza le chiome.
Insomma non ricordiamoci di loro solo quando, a volte sfiniti, vengono abbattuti. Impariamo a rispettare gli alberi e affidiamoli alle cure di persone competenti.